lunedì 6 agosto 2007

La recensione di un amico: LARA di Pisignano (FC) - seconda parte

(continua)

"Insomma, stava andando tutto alla perfezione. Location di mio gradimento, tipina di mio godimento, devo solo mettere il vibro nel telefonino, spogliarmi e attendere che ritorni. Tempo un paio di minuti e arriva.

Mutande e reggiseno bianchi, niente pizzo o cose del genere, sembrava più un costume da bagno.

Si toglie il reggiseno ed io rimango sbalordito da tutto quel ben di dio che raramente ho visto così ben fatto. Due pere di ottima fattura, abbondanti, contro le quali neppure Newton e la sua mela (che dire, sono un amante della macedonia!) potevano fare nulla.

Lei deve accorgersi del mio sguardo, probabilmente un misto fra l’allupato, lo stupito e il miracolato e mi domanda cosa ho fatto.

Io di rimando non posso che dirle la verità: mi sembra incredibile essere qui a guardare il tuo seno (dico proprio così, usare il termine tette mi sembrava un po’ volgarotto) e tra un po’ poterlo toccare.

Non so se lei ci creda, di sicuro, avrà pensato, se mente ci riesce proprio bene!
Quando si toglie anche le mutande il gioco è fatto.

Li in mezzo, sotto un monte di venere perfettamente rasato (non depilato, c’è un pelo scuro ben curato) si nasconde un tesoro fantastico che non sfugge assolutamente al mio occhio clinico.

Si inginocchia davanti a me, continuando a domandarmi perché continuassi a sorridere. Rispondo a gesti, accarezzando quelle splendide tette e palpandole con fare più ginecologico che non da scopatore, e trovo conferma di quanto sperato in precedenza: sono naturali, morbide al tatto, calde e … gustose da assaporare (se non lo sono complimenti al Nip & Tuk di turno, davvero soldi ben spesi).

Lei a quel punto prende il preservativo e mi incappuccia ben benino, senza fare tanta fatica vista la pressione alla quale erano sottoposte le povere vene nelle parti non più molli del mio basso ventre.

E parte.

E su.

E giu.

E io sposto i capelli biondi perché non posso perdermi la scena.

Cervello libero da pensieri, impegnato solo sul presente e a godere di quegli attimi. Incredibilmente non vengo subito e quindi lei decide che è ora di infilarselo dentro e si prepara accovacciandosi sopra il mio ventre.

Tuttavia decido che non è ancora ora e quindi la prendo per le chiappe e me la sposto sopra la faccia. A quel punto la posso vedere.

Clinicamente vengono definite grandi labbra, ma queste sono veramente esagerate!

Me le succhio dandoci dentro come se avessi a che fare con un cocomero.

Dapprima lei sorride, ma poi un po’ per dovere e un po’ (forse) per piacere asseconda il mio ritmo, andando su e giù con tutto il corpo e con le mani appoggiate alla parete.

Di passere ne ho leccate tante, ma questa era davvero mostruosa.

Praticamente era di così grandi dimensioni (dalle mie parti si dice un bel chilo di passera!) che non stavo leccando, bensì stavo ciucciando qualcosa, visto che lei nel suo movimento mi infilava in bocca la zona alta, quella, per intenderci, col clitoride, che evidentemente era pure quello bello grande (c’è chi sostiene che il clitoride possa essere visto come un piccolo pene – visione maschilista – potrebbe essere benissimo che il pene sia un grande clitoride – visione femminista – fatto sta che è come se le avessi fatto un bel lavoro di bocca).

Questa posizione dura un qualche minuto, poi lei decide che è ora di accelerare i tempi e torna in groppa, riproponendosi di fare quello che aveva cercato di fare in precedenza.

Sarà per la saliva che vi avevo lasciato, sarà perché si è effettivamente bagnata, non necessità di diavolerie chimiche per infilarsi l’asta, nella più classica delle smorzacandele.

Tette che mi sballottavano davanti agli occhi, una vulva che si inghiottiva nel vero senso nel termine il mio uccello, fatto sta che nell’arco di un paio di minuti esplodo di brutto.

Lei sorridendo si sposta, opera di pulizia, due chiacchere e via, sembra già belle e pronta a ricominciare.

Sembra incredibile come la maggior parte delle girl che fanno i più antico mestiere non conoscano ancora una legge che per loro è fondamentale: quando maggiore è il tempo che lasci passare tra l’orgasmo e l’inizio della nuova pompata tanto minore sarà la durata della pompata, quanto minore è il tempo che lasci trascorre tra la prima semina e il tentativo di raccolta della seconda, maggiore sarà il tempo che il terreno (in questo caso il sottoscritto) impiegherà a dare i suoi frutti.

Per intenderci, se tra il primo ed il secondo shot fai passare, che so, dieci minuti, il secondo rapporto durerà venti minuti, se tra la prima e la seconda fai passare solo 5 minuti la seconda durerà 40 minuti (i tempi sono puramente indicativi, anche se nel mio caso abbastanza attendibili).

Si tratta quindi di trovare il giusto mezzo, per far si che la seconda trombata non si riveli una pura ginnastica e che nel contempo ti faccia assaporare quelle emozioni che solamente la prima sa darti.

Fatto sta che la Lara, forse presa dalla veemenza del tempo che avanzava verso le fatidiche ore 12, decide che un paio di minuti di riposo bastano e avanzano, mi incappuccia e se lo ricaccia in gola.

L’amico nel frattempo non si era per niente addormentato e quindi in men che non si dica è tornato subito sull’attenti.

Pertanto lei decide di tornare sopra. Io la lascio fare, perché ora che sono meno avviluppato dagli ormoni riesco di più a far lavorare il cervello: osservo le tette e il loro movimento ondulatorio, guardo il basso ventre che si contrae, soffio sui capelli che le finiscono i mezzo alla faccia.

Da dei colpi decisi, anche troppo potenti.

È questa un’altra annotazione che devo fare alle girls: non tutti gli uomini sono dei fanatici di film porno e di rapporti che prevedono 120/150 giri al minuto (due colpi e anche qualcosa in più al secondo).

Ci sono dei maschietti che preferiscono fare con calma (quella che ti viene sempre paventata all’inizio – facciamo tutto con calma!), soprattutto quando riprendi verso il secondo colpo in canna.

Fatto sta che dopo un 5/10 minuti decido che è ora di prendere in mano il controllo della situazione. La faccio spostare e la Larina capisce subito che la voglio impistolare da dietro. Si sistema bella accovacciata davanti a me, gambe strette e bacino indietro e, zac, in un amen sono nuovamente dentro.

Anche così da un mucchio di soddisfazione.

Bel culetto sodo, vitino stretto da stringere e bocce che ballonzolano poco più avanti, peccato non essere una piovra ed avere 6 arti per stringere tutto quel ben di dio!

Pompo che ti ripompo, arriviamo a fare così una decade di minuti. Poi ad un certo punto lei si ritira, scatta in avanti come morsa dalla mia serpe. Io la interrogo con il viso e lei mi dice che si è rotto il preservativo. Do una occhiata in basso e vedo il mio glande bello lucente libero da ogni poliestere.

Cazzo!

non me ne sono neanche accorto!

Lei non si scompone più di tanto, ne ripiglia un altro, mi rigomma e si ridispone.

È capitato quasi a fagiolo questo intoppo, era oramai ora di un cambio di modulo.

La prendo alla missionaria e decido che quella sarà l’ultima posizione. Mi piace così, perché posso spostare le mani dalle tette al clitoride, massaggiandolo dolcemente. Inoltre sono io che decido il ritmo e decido di abbassarlo (circa 45/50 battiti al minuto) fin quasi a farlo sembrare un rapporto fra due innamorati che non fra un punter ed una geisha.

Ed è allora che la Larina da il meglio di sé.

Dopo un qualche minuto ad andamento lento, vedo che fa scivolare la sua mano destra verso il linguine e, con fare maestro, comincia il movimento tipico della masturbazione femminile, dapprima allineandosi al mio ritmo blando poi, al maggiore ingrifamento da parte mia nel vederla gemere sotto i miei colpi, velocizzando il movimento.

Oh, non so se stava fingendo, però se lo faceva le veniva divinamente.

Noi punter siamo abituati a vedere delle girls che sotto i nostri colpi di dimenano, urlano, si ingrifano ed ansimano come la Cicciolina ai Mondiali, poi quando torniamo dalle nostre mogli/fidanzatine/compagne/morose il massimo dell’estasi è una strisciata di unghie nella schiena o un sospiro leggermente più forte.

Ebbene, la Larina aveva un orgasmo (o fingeva di averlo) stile fidanzatina, con gli occhi chiusa, una punta della lingua leggermente fuori dalla bocca a bagnarsi le labbra, la sua mano destra occupata sul clitoride e quella sinistra che stringeva come una matta la mia destra: voto GFE 10 e lode.

E così siamo rimasti li in quella posizione shakespeariana da Romeo & Juliet per un paio di minuti post coito, con lei che, una volta riaperti gli occhi, mi guarda e sorridendo dice: per questo sono 500.

Simpatica la burdela!!!"

1 commento:

  1. 500 o 150? Fam capé, più la fai godere e più vuole essere pagata?

    Me al doni an li capes...mi sa cl'era mei nascere busone...

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