martedì 26 giugno 2007

La starlette (prima parte)

Chi di voi non conosce la storia del povero Marco Pantani?

Penso che quasi tutti siano a conoscenza del fatto che il ciclista vincitore del giro d’Italia e idolo delle folle, sia morto a causa di un uso spropositato di sostanze stupefacenti.

Da quello che si è potuto apprendere dai media e quindi anche dai giornali, il ragazzo è stato vittima di una grave forma depressiva e ad un uso eccessivo di cocaina che lo ha portato inesorabilmente a toccare il fondo presso il Residence delle Rose nella notte di San Valentino (credo) di qualche anno fa.

In molti si saranno sicuramente soffermati sul fatto che più desta attenzione ovvero come ha fatto una persona come lui a finire in quel modo.

In pochi sanno, se non hanno letto approfonditamente le cronache, che dietro la figura del buon Marco, c’era una donna.

In pochissimi sanno inoltre, che questa donna è un’escort professionista e soprattutto che ha avuto l’annuncio su molti siti internet e che ora lo mantiene solo su escortforum.

Alcuni amici fidati, infine, sanno che il Big s’è scopato in più di una occasione la famigerata DAMA NERA.

Per dire la verità, quando sono venuto a conoscenza della sua vera identità, era già passato un anno e mezzo. Però fa sempre una certa impressione venire a sapere di essere stato con una “starlette”.

All’epoca stavo muovendo i primi passi nel mondo dell’escorting.

Bada bene, non in quello delle loft girl.

Cioè era già da tempo che giravo per gli appartamenti a cercare qualcosa di interessante, ma era una delle prime volte che andavo insieme ad una escort professionista.

Ricordo che ero indeciso fra la suddetta e Nausicaa (di cui ho accennato qualche post fa).

Fatto sta che un pomeriggio di novembre, decido di contattarla convinto soprattutto dalle fotografie che a quell’epoca giravano sul defunto Stuzzico e che promettevano di incontrare una ragazza che corrispondeva in pieno ai canoni da me ricercati.

In particolare mi attirava, come il miele attira le api, quel seno prosperoso difficilmente contenuto da un body di pizzo.

Non so perché ma mi ricordava una dama di inizio ‘900. I fianchi abbondanti ma non eccessivi, che creavano una sinuosa silouette.

Eppoi che dire di quello sguardo con un leggero strabismo, da gatta. Non che sia particolarmente amante dei gatti, ma in quelle foto che purtroppo non riesco più a rintracciare in rete, la ragazza mi guardava con occhi come da dire “non aspetto altro che te”.

Insomma, un annuncio corredato di immagini, molto ben costruito.

Avevo già telefonato un paio di volte per capire di che cosa si trattava e soprattutto per chiedere location e prezzi.

La voce al telefono non mi è mai sembrata entusiastica e per nulla invogliante.

Le foto però, quelle ogni tanto mi tornavano in mente e quando una immagine sale così insistentemente, diventa per me difficile trovare un’altra strada se non quella che conduce all’incontro.

Ricordo ancora adesso, come se fosse passata solo un’ora, che a bordo della mia auto, fermo ad un semaforo ad aspettare il verde, mi continuavo a chiedere:

- che faccio?
- Vado o non vado?
- Non è che mi prendo una colossale fregatura?
- E se poi non mi piace?
- Cazzo, 300 euro sono veramente molti!

Letteralmente mi stavo tormentando ma come spesso accade, sono passato in automatico all’azione.

Apro lo sportellino del cellulare e compongo il numero.

Dopo qualche squillo mi risponde la solita vocina un po’ scocciata con un forte accento dell’est Europa.

Apparentemente non mi riconosce quindi faccio tutte le mie brave domandine di rito.

Il tutto dura circa un minuto, massimo un minuto e mezzo e finisco con il prendere appuntamento di lì ad un’ora.

Quando ho finito la telefonata, sono esattamente dall’altra parte della città.

C’è tutto il tempo per arrivare puntuali, ma non di perdere tempo per la strada.

Mi devo recare a Riccione in zona porto canale.

Non sono mai stato a nessun appuntamento da quelle parti.

Sinceramente faccio fatica ad immaginare la tipologia di appartamento, visto che fino a quel momento, le mie esperienze non sono state felici da questo punto di vista. Di solito si tratta di condomini fatiscenti, piuttosto che di residenze estive opportunamente “riconvertite” a puttanodromi invernali.

Questa volta faccio fatica a credere ai miei occhi.

L’appartamento è ubicato in una zona signorile della Riccione “bene”. Una piccola palazzina di sei appartamenti, se non ricordo male, dalle pregevoli finiture.

La cosa mi ha molto tranquillizzato e per una volta avevo la certezza che nessuno avrebbe sospettato della mia presenza in zona. T

anto più che una volta parcheggiata la macchina e telefonato per avvertire del mio arrivo, la ragazza si sporge dalla finestra, per verificare chi sono e come sono.

Io alzo gli occhi e la vedo per un istante: con i capelli al vento mi sembra anche meglio di quello che immaginavo.

Questa sua mossa, dal mio punto di vista, ha consentito a un eventuale osservatore, di pensare che io fossi veramente un suo amico.

Mi reco molto tranquillamente al cancellino che lei con un ottimo tempismo, provvede ad aprire proprio mentre accenno ad appoggiare la mano sulla serratura.

Questa volta sono molto più tranquillo del solito.

La cosa si sta mettendo bene.

Salgo fino al secondo piano.

Fin qui nulla di strano rispetto ad una visita da amico.

I corridoi sono molto puliti e non c’è il solito odore stantio di disinfettante piuttosto che quello tipico dei trombodromi ovvero quello di fazzoletti umidificati.

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